Terme Comunali, Ischia, Ischia Porto, XIX secolo, 1845
Nei primi decenni dell’Ottocento la condizione dello stabilimento delle Terme di Fornello e Fontana era deplorevole, tanto che il Decurionato decise la riparazione delle due vecchie costruzioni, chiedendo una perizia e un preventivo di spesa all’architetto Benedetto Jovene. La somma da sborsare ammontava a 469,94 Ducati. Il Comune non soddisfatto fece ripetere lo studio all’architetto Gasparo Attanasio, ma dopo dieci anni si doveva costatare che nulla era cambiato, tanto che fu presentato un ricorso all’Intendente, che incaricò a sua volta un altro professionista, Camillo Ranieri di Napoli. La situazione era ormai insostenibile. Ancora una volta il progetto, che proponeva restauri e lievi ingrandimenti, conservando sempre i due stabilimenti separati per una spesa di 650 ducati per ciascuno, non soddisfaceva le aspettative e tutto si arrestava nuovamente.
Nel mese di aprile del 1833 qualcosa si mosse con l’assegnazione dell’incarico, ma a giugno, una lettera del Sottintendente di Pozzuoli ostacolava i lavori. Verso la fine di agosto, nonostante l’indignazione del Sindaco, Daniele Margioni e degli abitanti, si decise non per l’avvio del progetto, ma per l’esecuzione delle riparazioni più urgenti.
Nel 1840, grazie all’interessamento di personalità altolocate, forse anche dello stesso re Ferdinando II, la situazione sembrò destinata a cambiare. L’architetto Ranieri elaborò un progetto, ma l’Intendente ritenuto eccessivo il preventivo, nel maggio 1842 mandò a Ischia l’architetto Gaetano Fazzini, per realizzarlo con una minore spesa.
Il nuovo edificio di aspetto neoclassico fu consegnato nell’ottobre 1845 e rispondeva all’esigenza di aumentare e migliorare la ricettività, senza tralasciare l’aspetto estetico della costruzione, che si collocava nelle vicinanze del Palazzo Reale.
Nel 1878 ripresero i lavori su progetto dell’ingegnere Giuseppe Florio e durarono due anni. Il nuovo Stabilimento fu inaugurato il 26 giugno 1881.
L’edificio era ad un solo piano, con un ampio ambulatorio d’ingresso che precedeva tre grandi sale di aspetto, dalle quali si accedeva al gabinetto di consultazioni mediche ed all’ufficio di amministrazione.
I camerini erano distinti in tre classi ed erano ampi e aerati.
Nel 1952 si verificarono danni alla volta del grande salone centrale e nel 1955 prese consistenza l’idea di ampliare le Terme comunali sopraelevandole di un primo piano e costruendo un albergo termale. Il 28 maggio 1956 il Comune d’Ischia stipulò una convenzione con la CIATSA, rappresentata dal Conte Marzotto. In base a tale accordo, la CIATSA si impegnava a realizzare a sue spese la sopraelevazione, con18 camerini e altri 10 vani, mentre il Comune forniva in cambio all’ Albergo Jolly della CIATSA, che era in costruzione, l’acqua termale ed i fanghi necessari. (P. BUCHNER, 1959).
L’edificio delle terme comunali sorge a pochi passi dal mare, sulla riva destra del porto e occupa una posizione strategia, tra il corso principale (via Iasolino), e la parte retrostante che guarda al mare.
La facciata principale è decorata in finto bugnato e nella parte centrale presenta una apertura di tre arconi sorretti da pilastri fiancheggiati da colonne.
Il piano terra è completato da due stanze laterali, ognuna con cinque camerini da bagno ed altri due ambienti a destra e a sinistra, per il riposo ed il trattenimento dei bagnanti.
Oggi le terme sono state trasferite in un più moderno complesso termale e glia ambienti delle terme sono occupati in parte dagli uffici comunali e in parte utilizzate per organizzare eventi culturali.