Una grande torre, la più grande delle sedici che nel Settecento difendevano il borgo disteso lungo la costa occidentale dell’isola, la più esposta alle aggressioni provenienti dal mare. E anche la più antica: edificata dall’Università di Forio nel 1480, quando le continue scorrerie dei Saraceni non davano tregua alla popolazione. Costruita su uno sperone di tufo vicino al mare e al centro del paese, la sua forma circolare era l’ideale per garantire la migliore visuale da tutti i lati e per utilizzare al meglio i quattro cannoni di bronzo di cui era munita.
Ė il principale monumento di Forio, il Torrione, e uno dei più importanti dell’intera isola. Dipinto da artisti di ogni epoca, fotografato da professionisti dell’immagine e da turisti di ogni parte del mondo, conserva inalterato il fascino antico dell’imponente struttura di pietra, affacciata sulla bellezza del centro storico e del mare. E custodisce altra bellezza al suo interno con le opere del più grande e poliedrico artista foriano del Novecento, Giovanni Maltese.
Una scala esterna, dagli scalini di pietra consumati dal tempo, conduce al secondo piano della torre. Nell’ampia sala circolare dalle pareti rosso pompeiano è come se il tempo si fosse fermato a un secolo fa. Quando, scomparso Maltese il 21 agosto 1913, l’amatissima moglie di origine inglese, Giovanna Fairer, volle custodirne l’eredità artistica nello studio in cui avevano preso forma statue e ritratti e nel quale aveva composto le sue brillanti e argute raccolte poetiche in dialetto foriano, “Cerrenne” e “‘Ncrocchie”.
Sebbene già dotato di fascino proprio per le caratteristiche architettoniche, per la storia della fortezza/rifugio di cui è parte, per il magnifico paesaggio che s’impone oltre la grande vetrata, lo studio colpisce soprattutto per la quantità di opere straordinarie che lo popola. Le sculture, anche di grandi dimensioni, sono disseminate in ogni angolo della sala. Tutte creazioni di notevole impatto, che raccontano il mondo dell’artista, testimoni di un’epoca di Forio e dell’isola di cui Maltese seppe leggere e interpretare l’anima profonda. E sulle pareti i quadri, soprattutto ritratti dei suoi contemporanei, che rivelano la padronanza della tecnica pittorica a supporto di un grande talento.
Quella sala fu il luogo creativo di Maltese fin dal 1885, quando, dopo aver studiato e lavorato per anni tra Napoli, Roma e Parigi, ottenne il Torrione in enfiteusi dal Comune di Forio. E nella stanza attigua allo studio visse per ventotto anni, prima da solo, poi con la moglie, di origine inglese, sposata nel 1900. Oggi quegli ambienti accolgono il Museo Maltese, mentre la sala al primo piano del Torrione ospita mostre estemporanee e incontri culturali.